mercoledì 19 novembre 2025

Ricordo di mio padre

 Di Tatiana Tolstoj

Di solito, all'inizio dell'autunno, la mamma partiva per Mosca con i bambini che andavano ancora a scuola. Mio padre, mia sorella ed io restavamo a Jasnaja Poljana ancora qualche mese. Facevamo una vita da Robinson sull'esempio di nostro padre. Tenevamo la casa sole, senza l'aiuto dei domestici, e preparavano piatti strettamente vegetariani.

Un giorno ci annunciarono l'arrivo di una nostra zia, amica di tutti, alla quale volevamo molto bene. Sapendo che la zia apprezzava la buona tavola e particolarmente la carne ci chiedevamo che cosa fare. 

Preparare il "cadavere", chiamavamo così la carne, ci faceva orrore. Mentre discutevo la faccenda con mia sorella venne papà. Messo al corrente dei nostri dubbi, ci assicurò, promettendoci di occuparsi del menu della zia. 

"Quanto a voi", disse, "preparate il pranzo come al solito".

La zia, bella, allegra, piena di vita come sempre, arrivò quel giorno stesso. Venuta l'ora passammo nella sala da pranzo. E cosa ci trovammo? Al posto della zia c'era un enorme coltello da cucina e, attaccato alla seggiola con una cordicella, un pollo vivo. La povera bestia si dibatteva trascinandosi il sedile.

"Sappiamo che ti piace mangiare gli esseri viventi", disse papà, "così ti abbiamo procurato questo pollo. Ma nessuno di noi vuole commettere un assassinio: quel coltello è a tua disposizione per compierlo."

"Un'altra delle tue burle!" esclamò zia Tatiana scoppiando a ridere. "Tatiana! Masa! Sciogliete subito quella povera bestia e ridatele la libertà"

Ci affrettammo a obbedire alla zia. Liberato il pollo, venne servito quanto avevamo preparato per il pranzo: maccheroni, legumi e frutta. La zia mangiò tutto con buon appetito.

Devo però aggiungere che non mise a profitto lalezione del cognato e restò sempre una carnivora convinta.